Avete mai preso in considerazione la possibilità di elargire beni omaggio nello svolgimento dell’attività promozionale della vostra attività commerciale? L’Agenzia delle Entrate ha specificato quali debbano essere le modalità di rilevazione e documentazione delle operazioni nel commercio al minuto soggette a IVA, indicando non più sufficiente la sola annotazione nel registro degli omaggi per la cessione di beni in omaggio. Egidia Viotto ci spiega cos’è cambiato nella disciplina dei beni omaggio dal punto di vista IVA, guardando anche alle modalità di registrazione dell’operazione.
Cosa si intende per beni omaggio
Si configurano come omaggi tutte quelle cessioni gratuite di beni sostenute per promuovere l’immagine globale dell’impresa. L’omaggio è un atto liberale dell’azienda, totalmente svincolato da comportamenti attuati da soggetti terzi
Non sono considerati omaggi i premi: in questo caso viene richiesto al cliente la partecipazione a concorsi o estrazioni o simili.
Anche gli sconti non sono configurabili come omaggi: essi sono un riconoscimento gratuito di bene la cui entità è variabile a seconda della quantità di bene acquistato dal cliente.
Tipi di beni omaggio e assoggettamento IVA
I beni omaggio si suddividono in due categorie:
- Cessioni gratuite che non rientrano nell’attività d’impresa: il bene oggetto di omaggio è un prodotto realizzato o commercializzato da imprese terze (come nel caso di calendari, penne, agende se omaggiati da imprese che svolgono attività diversa dalla produzione e commercializzazione di questi ultimi). In questo caso le operazioni sono escluse dal campo di applicazione IVA come da art. 2 del DPR 633 del 1972
- Cessioni gratuite che rientrano nell’attività d’impresa: il bene oggetto di omaggio è un prodotto realizzato o commercializzato dall’impresa. Queste operazioni sono soggette a IVA in quanto assimilate alle cessioni di beni, anche se non sussiste l’obbligo di applicazione della rivalsa.
Rilevazione di beni omaggio soggetti a IVA
Le cessioni di beni in omaggio, nei casi in cui non si esercita la rivalsa, possono essere rilevate secondo due modalità, tra loro alternative:
– Emissione Autofattura
Il soggetto passivo ha la facoltà di emettere un’autofattura. Può emettere un documento per ciascuna cessione o un unico documento mensile, contenente il valore normale dei beni, l’aliquota applicabile e la relativa imposta. E’ indispensabile che vi sia una annotazione che specifichi che si tratta di autofattura per omaggi.
– Annotazione su registro degli omaggi
L’ammontare globale dei valori normali delle cessioni gratuite vengono registrate su base giornaliera con distinzione per aliquota e con indicazione della relativa imposta.
Operazioni di vendita al dettaglio
L’Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica n°3 del 14 febbraio 2022 ha specificato che tutte le operazioni di vendita al dettaglio, soggette quindi a memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi, richiedono che l’esercente rilasci al cessionario o committente un documento commerciale o una fattura.
L’emissione di uno tra questi ultimi deve avvenire anche in caso di omaggi soggetti ad iva, con indicazione putale dell’importo non riscosso.
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